Quanti di voi, dopo aver acquistato una bottiglia di sake, si sono chiesti come andava conservata ed entro quanti giorni doveva essere consumato il suo contenuto? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e di togliere qualche dubbio.
Prima di tutto, è interessante sapere che il sake ha una durata maggiore del vino, ma è molto importante conservarlo con le dovute precauzioni per evitare che si deteriori, perché è comunque molto delicato.
I nemici del sake: luce e calore
I raggi ultravioletti, ad esempio, sono nemici di questo fermentato, ed è quindi importante limitare al minimo l’esposizione delle bottiglie alla luce ed evitare di metterle vicino a fonti di raggi UV, come la luce diretta del sole o le lampade al neon.
Un’esposizione prolungata a questo tipo di luce provocherà un cambiamento di colore del sake, che virerà al giallo o marrone, e un fastidioso odore tendente al bruciato chiamato “nikkoshu” (da日光 = raggi del sole e 臭 = puzza, odore).
Questo spiega anche come mai le bottiglie di sake sono solitamente verdi o marroni, colori che limitano il passaggio della luce.
Una soluzione per chi non ha la possibilità di conservare le bottiglie in un luogo buio può essere quella di avvolgerle con della carta da giornale.
Altri elementi fastidiosi per il nihonshu sono il calore e gli sbalzi di temperatura. Il sake andrebbe idealmente conservato tra i 10° e i 15°C (i sake crudi, o namazake, richiedono invece temperature più basse, non più di 5°C) e comunque in luoghi in cui le temperature non variano troppo.
Nel caso in cui il sake si deteriori a causa del calore, il suo colore potrà virare al giallo o ambrato e potrà prodursi un odore sgradevole di paglia secca o spiga di riso chiamato “hineka” (老 = vecchio香 = odore/profumo).
È inoltre necessario evitare di riporre le bottiglie in luoghi umidi perché il sake non necessita, come il vino, di umidità nella conservazione, e anzi questa potrebbe danneggiare i tappi e le etichette.
In tutte le fasi di conservazione, in ogni caso, ricordate di non capovolgere o agitare troppo le bottiglie perché anche il movimento eccessivo può danneggiare il vostro sake.
Cosa fare una volta aperta la bottiglia?
Dopo l’apertura della bottiglia, sarebbe opportuno consumare il sake nel minor tempo possibile, o comunque nel giro di alcuni giorni, per evitare che i componenti aromatici si volatilizzino e che il liquido si ossidi.
Tuttavia, riponendo la bottiglia in frigo, potremo riuscire a conservare il nostro sake fino a un mese.
Il sake, come il vino, non ha una data di scadenza entro la quale bisogna assolutamente consumarlo, ma è preferibile farlo entro tre anni.
Detto questo, è anche vero che alcuni sake si prestano all’invecchiamento, mentre altri no. I sake aromatici, ad esempio, non devono essere invecchiati e i namazake, sake non pastorizzati, vanno bevuti quando sono ancora giovani.
In ogni caso, una volta aperta una bottiglia di sake, è necessario riporla in frigo perché il nostro fermentato non si deteriori.
Quindi, riassumendo il tutto, evitate di esporre le vostre bottiglie di sake a fonti di luce diretta, a sbalzi di temperatura o a temperature troppo elevate, e cercate di consumarle entro tre anni dalla produzione.
Se aprite una bottiglia, riponetela in frigorifero e bevete il sake rimasto entro un mese.
Se il sake che avete comprato non è pastorizzato, invece, tenete la bottiglia in frigorifero anche se non l’avete ancora aperta.