Tsuki no Uta
Sakagura : Seto Shuzo
Prefettura : Kanagawa
Tipologia : Junmai Ginjo
Riso : Omachi
Seimaibuai : 60%
Sake Meter Value : - 0,2
Gradazione alcolica : 15%
PRODUZIONE:
Nel cuore della prefettura di Kanagawa, nella cittadina di Kaisei, la sakagura Seto Shuzō ha concepito Tsuki no Uta come un’espressione raffinata del territorio e della materia prima: il riso, l’acqua, il microclima e un fermento coltivato in loco.
Per la prima materia viene utilizzato riso 100% varietà Omachi: una scelta non casuale ma impegnativa. Questa tipologia di riso, che richiede grande cura in campo, dona al risultato finale un carattere più rotondo e strutturato rispetto agli standard più leggeri del mercato giapponese.
La scelta di un seimaibuai del 60% non è casuale: è un valore che mostra l’intento di preservare significativamente la vera sostanza del chicco, mantenendo appieno le peculiarità della varietà Omachi.
Il lievito utilizzato è prelevato dai fiori di ortensia, coltivato appositamente nella zona di Kaisei per incarnare l’anima del luogo e regalare al sake quel senso di composizione quasi poetica che il nome, Canzone della Luna, evoca.
Tsuki no Uta non è solo un sake, ma un progetto: la riscoperta e valorizzazione del riso Omachi in una zona non immediatamente nota per grandi volumi produttivi, la scelta di un lievito locale che richiama la flora del posto e una lucidatura non esasperata che lascia spazio al carattere del chicco. Questi elementi, insieme, elevano la percezione del prodotto da semplice sake a vera esperienza territoriale.
AROMA E GUSTO:
Al naso, Tsuki no Uta si apre con una freschezza gentile: frutti a polpa bianca come la mela e l'uva, accompagnati da una nota erbacea di basilico che dona originalità al bouquet. All’assaggio la trama è leggera, quasi liquida, eppure definita: la secchezza è presente ma mai invadente, la morbidezza è fresca, con quella componente minerale che suggerisce l’acqua pulita delle sorgenti.
Al palato emerge una buona persistenza che non tradisce: la frutta si dilata, l’erbaceo torna come ricordo e il finale lascia una sensazione nitida, pulita. Questo lo rende versatile: perfetto per un momento contemplativo ma anche per accompagnare con stile.
SERVIZIO E ABBINAMENTI:
Si consiglia di servirlo fresco, tra gli 8-10 °C, per apprezzare al massimo il profilo aromatico e la freschezza. A temperatura leggermente più elevata (12-14 °C) si può cogliere una maggiore rotondità, utile se lo si propone in abbinamento a piatti più strutturati.
Si sposa benissimo con la cucina giapponese moderna: sashimi di pesce bianco, crostacei al vapore, carpacci delicati ma con un tocco agrumato. Anche piatti internazionali freschi: ad esempio insalatine di frutti di mare, ceviche leggero, oppure formaggi freschi non troppo stagionati (ricotta, burrata) con un filo d’olio e qualche erba aromatica.
Per chi vuole spingersi oltre: perché non un piatto con basilico o erbe verdi? L’erbaceo del sake troverà un’eco interessante. E per chi ama contrasti: un risotto al lime o una pasta con vongole marinata al limone leggero potrebbero esaltarlo.
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